
Spiagge.
Elencare tutte le spiagge presenti nei territori raggiungibili dal nostro bed and breakfast in un lasso di tempo ragionevole in modo da poterci spendere una mezza giornata sarebbe impossibile, vista la presenza di un’infinità di spiagge e calette che meriterebbero comunque una visita. Attenendoci dunque alla nostra esperienza abbiamo voluto stilare quelle che per noi sono le migliori. Quelle che seguono sono le 13 spiagge più rappresentative di questi territori, di queste coste e, in qualche modo, delle popolazioni che li abitano.

Il Poetto.
È la spiaggia di Cagliari e dei Cagliaritani, 12 km di sabbia bianca e fondali bassi che partono dalla caratteristica Sella del Diavolo all’appartato e rilassante Margine Rosso. Località un tempo nota per la produzione del sale, oggi è diventata il paradiso di sportivi, che ne percorrono il lungomare attrezzato di una comoda pista ciclabile stile South Beach, persone desiderose di godersi un aperitivo in riva al mare o naturalisti, essendo il Poetto adiacente al Parco Naturale di Molentargius, da pochi anni privilegiato dai fenicotteri rosa come residenza di cova.
Mari Pintau.
Piccola cala di ciottoli levigati che ha conquistato sul campo la sua notorietà, attraendo per decenni gli sguardi degli automobilisti tanto da causare ingorghi lungo la litoranea fino a meritarsi il nome di Affresco di Mare. Meta prediletta per gli amanti di snorkeling, fotografia, per chiunque voglia goderne le inimitabili trasparenze.
Solanas.
Lunga spiaggia dalla caratteristica sabbia a grana doppia, ripasciuta annualmente dal torrente Solanas con le sue piene. Per noi di Eranu significa “Casa”. Le sue acque cristalline, tendenti al verde smeraldo, sono l’accogliente ristoro dopo una gita in lidi lontani o dopo un breve saluto alla torre aragonese, dove ampliare l’orizzonte, magari al tramonto, verso le isole di Villasimius o lo sterminato Golfo degli Angeli.

Porto Sa Ruxi.
Spiaggia la cui sabbia bianca, e la caratteristica conformazione morfologica (è ripartita in 3 spiaggette, cadenzate da rocce granitiche e incastonate nella profumata e coloratissima macchia mediterranea) le ha valso l’aggettivo di tropicale. Protetta dal maestrale anche nelle giornate più ventose, è il primo assaggio di una gita ideale ai territori di Villasimius e al Parco Area Marina Protetta di Capo Carbonara.
Fortezza Vecchia.
Il primo pregiudizio che condiziona il “cacciatore di spiagge” è la convinzione che per trovare la perla nascosta occorre patire; non sempre è così. La spiaggetta della Fortezza Vecchia è una preziosa insenatura a pochi metri dal Porto Turistico di Villasimius. Ma proprio il fatto che sia da molti sottovalutata vi permetterà di apprezzarne il profilo storico e naturalistico in un giorno che magari trovate le altre spiagge troppo affollate

Porto Giunco.
È La Spiaggia di Villasimius. Ci sono i servizi, lo spazio per un po’ di relax, le foto da cartolina che potrete scattare inerpicandovi per il sentiero non troppo impegnativo che vi porta alla torre aragonese, da cui poter comunicare il ricordo di un lembo di spiaggia candida e fine, di un mare turchese indicibile e di una vacanza da ripetere.
Punta Molentis.
La spiaggia che chiude la gita a Villasimius è bella, famosa e piccina, e in più ha tutti gli ingredienti per dare un assaggio memorabile del piccolo paese minerario un tempo noto con il nome di Carbonara, vale a dire il granito, nelle sue fantasiose forme naturali come in quelle semilavorate, che in passato gli abitanti sottraevano alla terra, per il cui trasporto si usavano gli asini da soma, in sardo “molentis”. C’è l’oggettiva bellezza, le colline di macchia mediterranea che scendono a lambire il mare e la disponibilità di una serie di servizi (un piccolo stabilimento e un chiosco bar-ristorante) che con discrezione vi vizieranno durante la permanenza.
Cala Pira.
Con questa spiaggia entriamo nel vero Sarrabus, una regione del Sud Est Sardegna che fino a poco tempo fa ha patito la distanza da Cagliari per la penuria di vie di comunicazione ma che, proprio per questo, preserva ancora oggi una lingua, un’economia agricola (nota soprattutto per gli agrumi) e diverse peculiarità gastronomiche e non (il Cannonau DOC di Capoferrato, una cooperativa di pescatori, tanti agriturismi e piccole perle come l’antica città mineraria di Monte Narba a San Vito). Scollinare nei suoi territori vi darà un assaggio di una terra diversa, con paesaggi peculiari e il turismo vissuto quasi come una novità. Cala Pira è anche questo, ma è prima di tutto una bellissima baia dal mare turchese, in cui potrete apprezzare l’abbraccio della macchia mediterranea, con i suoi cisti, lentischi e ginepri secolari.
Cala Sinzias.
Lunga spiaggia protetta da una profumata pineta di eucaliptus. La sua sabbia bianca e finissima e la bassa acqua cristallina giustificano l’appellativo di “caraibica”. Il contesto naturalistico incantevole e le lunghe distanze che caratterizzano questo tratto di Sarrabus, vi regaleranno una gita in totale relax, e vi faranno capire perché Goletta Verde di Legambiente ha definito il suo mare tra i più puri della Sardegna.
Costa Rei.
La lunga spiaggia di Costa Rei è una delle più rappresentative del sud Sardegna. Località turistica ricca di servizi, ristoranti e stabilimenti, un relax da vacanza all’italiana, con le villette a schiera e la piazzetta su cui sostare e godere un aperitivo dopo il mare, per poi godere magari il sorgere della luna con una passeggiata verso lo Scoglio di Peppino, come una virgola, a contenere i suoi dieci chilometri di spiaggia bianchissima, e imporvi di tornare indietro.

Cala Sa Figu.
Per raggiungere questa piccola insenatura dovrete lasciare l’auto accanto alla pineta di Capo Ferrato e costeggiarne la spiaggetta, prima di percorrere una mezzoretta di sentiero penetrando nella Foresta Demaniale di Capoferrato e magari fare una puntatina al vecchio faro in disuso. Ritornando sui vostri passi, vi inoltrerete a nord per il sentiero, fino a scorgere le rocce memori di antichi sommovimenti geologici inoltrarsi nell’acqua cristallina. Il vicino Montiferru è infatti un antico vulcano e ci accompagna nella piccola spiaggia di Cala Sa Figu, dove potrete godere un po’ di privacy e un’escursione nel passato. Basterà infatti indossare una maschera e fare qualche bracciata per ammirare, tra i saraghi e le donzelle, le vecchie anfore romane, sopravvissute al tempo che le ha incastonate duemila anni fa tra gli scogli, dopo un naufragio.

Feraxi.
Per molti Feraxi è il mare come dovrebbe essere. Chilometri e chilometri di spiaggia, poco battuta dai flussi turistici, pochi servizi, pochi stabilimenti, sabbia finissima e natura. Della natura si sente l’odore, se ne ammirano i gigli sulle dune e il potere del vicino Fumendosa, il secondo fiume in Sardegna, che ci regala una foce ricca di stagni. Siamo infatti nell’oasi naturalistica di Feraxi e Colostrai, un sito di interesse comunitario (SIC) e una zona a protezione speciale (ZPS), proprio per la sua ricchissima componente faunistica che ne giustifica l’inserimento nelle IBA (Important Bird Areas), vale a dire le più importanti zone europee per la nidificazione e la sosta degli uccelli acquatici svernanti. Centinaia e centinaia di ettari di parco che confina con le coltivazioni di agrumi che ne sfruttano i terreni sabbiosi. Tutto questo rende questa spiaggia un angolo riparato dagli eccessi del turismo per regalarvi una pace d’altri tempi.
Torre Salinas.
La spiaggia di Torre Salinas offre al visitatore una sabbia soffice e dorata che confina con uno stagno dalla vegetazione caratteristica. La vicina torre in cima al promontorio è visitabile e caratteristica per la sua forma squadrata, e vi permetterà di godere di un paesaggio sconfinato, nel ricordo dei soldati che fino a tre secoli fa indagavano l’orizzonte, pronti a comunicare con un falò alle altre torri e ai villaggi dell’interno l’approcciarsi di navi moresche per le loro terribili incursioni. Non sarà difficile trovare un ristorante nelle vicinanze in cui godere delle prelibatezze del mare o delle ricette di terra di un menù caratteristico per l’ottima materia prima e la gestione spontanea e familiare, non ancora contaminata dal turismo selvaggio.

Le foto sono di Pierfranco Murgia